Il fallimento del pandoro Melegatti

Come è avvenuto il fallimento del pandoro, o per meglio dire, il fallimento della Melegatti, azienda che ha creato, per la prima volta, quella gustosa nuvola di dolcezza.

Se fossi interessato a scoprire di più sul fallimento del pandoro e dell’azienda che lo ha creato per la prima volta, puoi trovare l’episodio del podcast qui.

Ci sono argomenti che durante le festività generano scontri tra parenti ed amici… uno di questi è sicuramente il dilemma “panettone o pandoro?”. La Melegatti, che ha creato per la prima volta quella nuvola di dolcezza chiamata pandoro, è un brand storico per il nostro paese. (puoi scoprire qui la sua storia completa) 

L’azienda è stata fondata nel lontanissimo 1894, ma, malgrado la sua fama indiscutibile, nel corso degli anni ha conosciuto parecchi alti e bassi

Come puoi intuire, incentrare la propria fortuna su un prodotto estremamente stagionale come pandori e panettoni è una strategia piuttosto rischiosa

Tuttavia, nel corso degli anni l’azienda di Verona se l’è sempre cavata bene… fino al 2016. In quegli anni Melegatti è minacciata dall’entrata di nuovi concorrenti che diversificavano con successo la loro offerta di prodotti. 

La Bauli per esempio, anch’essa di Verona, produce da anni merendine e altri dolci che affianca alla produzione stagionale di pandori. 

A causa di questi cambiamenti, la Melegatti si ritrova in crisi e decide di rischiare il tutto per tutto costruendo un enorme stabilimento, costato 10 milioni di euro, per la produzione di merendine. 

A questa nuova produzione affianca una campagna pubblicitaria senza precedenti per il brand, scegliendo come testimonial Valerio Scanu.

La nuova strategia è un totale fallimento, le vendite crollano, e i debiti contratti per ampliare la produzione affossano sempre di più il brand che è costretto a chiudere, nel 2018, per poi essere letteralmente salvato dai suoi stessi clienti che, attraverso una petizione, hanno tenuto aperto il brand per la produzione natalizia. 

Le ragioni del fallimento

La Melegatti, durante il periodo di crisi, decide di ampliare la produzione entrando in un mercato super competitivo e, per questo motivo, con bassi margini di guadagno e basso appeal nei consumatori. 

Se negli anni 90 le merendine erano come oro per i produttori, oggi i consumatori si sono evoluti cominciando a preferire snack più sani, e meno grassi, per i loro bambini. 

La campagna di lancio, inoltre, è davvero disastrosa. 

Prima di tutto, la scelta del testimonial.

Valerio Scanu, ha da poco vinto il festival di Sanremo ma è un cantante uscito dai radar del grande pubblico quindi difficilmente riesce ad entrare nella memoria di chi vede lo spot. 

In secondo luogo alcuni spot sono davvero fuori dal tempo, per esempio un manifesto promuove i nuovi croissant Melegatti in questo modo:

Melegatti: pessimo scivolone omofobo per il brand italiano - Gay.it“ama il tuo prossimo come te stesso…basta che sia figo e dell’altro sesso” 

 

Ti lascio immaginare il putiferio che ha scatenato.  Successivamente l’azienda si dissocerà dall’operato dell’agenzia di comunicazione che, a suo dire, ha pubblicato la pubblicità a loro insaputa.

Tuttavia, il danno era fatto

La Melegatti viene rilevata da una holding di imprenditori ricominciando ad addolcire, con i suoi prodotti per le feste, i palati di milioni di italiani.Le acque sembrano essersi calmate fino a quando, lo scorso novembre, in un lotto di pandori sono state trovate delle tracce di plastica

Ma questa… è un’altra storia.

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